
Franco Stelzer è nato a Trento nel 1956.
Ha trascorso lunghi anni a Bologna e in Germania : è stato insegnante ed è traduttore dal tedesco . Per Einaudi ha pubblicato Ano di volpi argentate ( 2000) Il nostro primo, solenne, stranissimo Natale senza di lei (2003) Cosa diremo agli angeli ( 2018) e per il Maestrale Matematici nel sole (2009) .
Titolo: Stiratore di luce
Autore: Franco Stelzer
Editore: hopefulmonster
Rights: r. vivian literary agency
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5,0 su 5 stelle Prosa raffinata
Recensito in Italia il 10 agosto 2023
Stelzer racconta con una prosa raffinatissima una storia d'amore delicata e struggente e crea un personaggio, Bodo, indimenticabile.
5,0 su 5 stelle Ci vorrebbero più libri come questo
Recensito in Italia il 1 luglio 2023
Scrittura asciutta, rigorosa ed efficace.
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Vincitore premio Bergamo 2024
Bodo vive con la mamma nei pressi del Lorettoberg ( Friburgo, in Brisgovia, Germania). Bodo e la mamma lavorano nella loro bottega: lavano, stirano. A Bodo piace stirare le camicie. Le federe, meno. Quando è possibile, prima di andare a dormire, si affaccia alla finestra e la brezza che scende dal Lorettoberg lo conforta. Bodo si addormenta malinconico e sereno. E’ un cuore semplice, ma ha degli entusiasmi a volte sconvolgenti, tenuti calmi farmacologicamente. Bodo ama la mamma. Bodo si innamora di una cliente. Quando questa, con la sua famiglia, tornerà nel suo paese poco oltre il vicino confine, in Francia, l’amore di Bodo prenderà possesso di tutto Bodo. Bodo è un personaggio meraviglioso, creato dall’arte di Franco Stelzer, maestro del racconto, penna che non scrive: tatua. Bodo è un regalo che Stelzer ci fa, è una presenza che non si dimentica. Il testo ha suoni e nervature mitteleuropee, un’anima che riecheggia letteratura non italiana, ma intarsiato con una lingua profondamente italiana, bella come un cristallo di neve. Un racconto la cui dose precisa e misurata di incanto rende la prosa e il suo ritmo capaci di dipingere una simile creatura, Bodo, aderendo alla sua delicata demenza con tutta la complessità e l’intelligenza della voce che la narra. Lo scrittore dimostra una sicurezza di mano estrema. La sua empatia verso la figura che sta inventando è totale, con una punta di durezza crudele che riguarda sì Bodo, ma soprattutto, esemplarmente attraverso lui, tutti quanti noi. Questa storia d’amore è un sussurro potente. Il dolore assoluto che gli corre dentro, però, arriva al traguardo solo per secondo, perché a vincere, sul filo di lana, è invece una misteriosa e inalienabile felicità.
Titolo: Pardune è un amante pigro
Editore: in sottomissione
Agente: r.vivian literary agency
Pardune è, un uomo sui settant’anni, dotato di un’indole pigra, poetica e sognante… E’ attratto dalla vicenda lieve dei mutamenti del suo proprio corpo e di quello della moglie, Flun, sua coetanea, che lui ama e da cui è amato e di cui non ha mai scordato la fiera bellezza di cinquant’anni prima…
La vicenda vera e propria ha però inizio quando i due, da poco in pensione, protagonisti di una vita serena e priva di grossi sobbalzi, i figli grandi e lontani, ricevono la visita di una bimba. Figlia di due misteriosi vicini, la piccola, evidentemente trascurata dai genitori, viene a scombussolare la loro quotidianità, insediandosi nella loro casa, e trasformando di fatto Pardune e Flun in nonni.
Ha inizio così un periodo gioioso ed intenso, una sorta di appendice di gioventù che viene loro donata dal fato. Ma la cosa, ovviamente, non può durare, perché le autorità, avvertite, intervengono e affidano la piccola ad una nuova, giovane famiglia.
La bimba scompare dunque dalla loro vita, così come vi era entrata, e questa nuova situazione risveglia una serie di problematiche nel loro rapporto, li allontana, li rende più freddi.
Pardune, disorientato dalla insolita distanza della moglie, reagisce con difficoltà a questo nuovo stato di cose, e comincia a volgersi molto più verso l’esterno. Ha inizio una serie di passeggiate all’aperto, che gli fanno incontrare molte persone e lo conducono invariabilmente a confrontarsi con loro in modo a volte aspro, comunque sempre bizzarro e venato di poesia, poiché per lo più, secondo Pardune, i protagonisti di quegli incontri non sono in grado di onorare la vita nel modo più appropriato. La moglie mantiene inizialmente un atteggiamento molto freddo e disapprovante nei suoi confronti; inoltre è preoccupata, perché alcuni episodi sembrano segnare l’inizio di una pericolosa deriva di demenza. E tuttavia, finirà poi, inaspettatamente, col manifestare un’intima approvazione dei comportamenti del marito, il che li porterà a riavvicinarsi e a riscoprire la natura più vera della loro intesa tra diversi. I burrascosi incontri di Pardune mettono tuttavia in moto una serie di eventi che fanno finire i coniugi relegati in una casa di riposo. Qui, nuovamente, la poesia di Pardune e la forza vibrante di lei conducono la vicenda ad una conclusione drammatica e, tuttavia, poeticamente liberante.
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