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Elisabetta Foresti

Titolo: Il Misfatto

Editore: AlterEgo edizioni, 2024

Diritti: r.vivian literary agency

Elisabetta Foresti è nata e vive a Roma. Dopo la laurea in Scienze Biologiche si è specializzata in Patologia Clinica e ha lavorato come Project manager per una società di ricerca e sviluppo farmaceutica.

Nel 2018 si è qualificata prima nello Scouting Night Live dell’agenzia Oblique Studio, e nel 2020 è stata selezionata nel concorso 8x8 si sente la voce della stessa agenzia. Tra il 2020 e il 2022 ha scritto diversi racconti apparsi su Risme, Nazione Indiana, Split, Spore e Il Rifugio dell’Ircocervo. A gennaio 2022 è arrivata tra i quindici finalisti del premio letterario Laventicinquesimaora della Scuola Belleville, a marzo è stata segnalata nella short list per il bando Orizzonte Contest Racconti indetto da The Florence Review, e ad aprile si è classificata tra gli undici finalisti del Premio InediTO – Colline di Torino nella sezione Narrativa – racconto. 

Sinossi.

Marco, un giovane recluso in carcere per l’omicidio del padre, respinge la tesi dell’avvocato d’ufficio circa il movente e le modalità dell’assassinio, ovvero, nega di averlo ucciso perché colto da un raptus improvviso e nega di averlo obbligato a ingerire una dose letale di Valium; per contro, decide di dire la verità ai lettori.

Mentre alterna il racconto di un genitore erotomane e violento a ricordi  della ex fidanzata Elisabetta, nevrotica aspirante scrittrice, si susseguono gli interrogatori con l’avvocato, gli incontri con secondini e detenuti, i sogni e le immaginazioni di Marco che arriva a dare quattro versioni del delitto.  

Rinchiuso in una “cella liscia” e sottoposto a interrogatorio, Marco riferisce di vivere in una società con sistemi di repressione irreali e afferma che Elisabetta gli ha affidato una missione chiamata “prdarm”. Quindi, dichiara ai lettori che in realtà Elisabetta è sua sorella, aggiungendo di avere mentito per l’onta di essere sessualmente attratto da lei, e dichiara altresì di avere commesso il delitto per vendicarla degli abusi sessuali subiti. 

 Finché Marco realizza che i ricordi della società repressiva sono una storia ideata da Elisabetta, che realizza essere un personaggio della sua fantasia, ovvero, di essere Elisabetta, che la prigione è una clinica psichiatrica e che nessuno ha ucciso il padre – morto per malattia – ma di avere lei stessa tentato il suicidio con il Valium dopo avere assistito alla sua morte.

 Elisabetta, tornata in sé, adempie alla missione “prdarm”, l’ultima parola pronunciata dal padre che sta per “perdonami” riuscendo, così, a perdonare il padre e a chiedere perdono per averlo abbandonato.

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